giovedì 25 marzo 2010

BUSI: CHI LO DIFENDE SBAGLIA.

Noi della redazione di questo blog, ci permettiamo il "lusso" di pubblicare doverosamente una risposta a tutti quei coraggiosi che,  in forma anonima, ci hanno attaccato con infamanti accuse per aver portato avanti la  nostra battaglia contro la pedofilia.

Per gli autori anonimi dei post che sono a favore di Busi rispondo nell'ordine dal primo all'ultimo con una numerazione progressiva:


1)Provocatorie o meno certe affermazioni non si fanno (stiamo parlando di PEDOFILIA), specie se sulle medesime non avviene un'operazione di "correzione". Era il'96 e non ha mai riveduto le sue posizioni. I "fatti" come li chiami tu, purtroppo ci sono stati per sua stessa ammissione. E stai tranquillo, la nostra indignazione c'è sempre, ogni qualvolta ci sia qualcosa di schifoso nella nostra società, dai preti pedofili ai politici che se lo fanno mettere nel culo mentre "pippano" cocaina con i soldi dei contribuenti. Ognuno si prenda le sue responsabilità, nelle sedi e nei tempi appropriati. Qui si sta parlando di un argomento ben preciso.

2)Nessuno ha travisato le sue parole. Ma di quali contesti parli? Certe affermazioni non si fanno e basta. Sulla pelle dei minori non si fa polemica nè pubblicità. Essere un grande intellettuale non ti da il diritto di "provocare", come dici tu, su argomenti come la pedofilia. Che abbia tradotto il Decamerone non ce ne frega niente se poi "faceva le seghe" ai ragazzini. Il pensiero va stimolato in altri modi, non credi?

3)Le informazioni di questo testo, sono "gravi" in quanto si riferiscono ad articoli ed affermazioni di terze persone che inneggiano alla pedofilia. Chi scrive, non ha nè travisato nè frainteso nulla. Per questo la documentazione relativa è stata postata. Evidentemente non ti sei degnato di leggere bene tutti i link di riferimento e di documentarti come abbiamo fatto noi, prima di scrivere. Purtroppo sei "tu" a non capire. SI STA PARLANDO DI PEDOFILIA! E se pensi davvero che si sia aperta questa discussione per farci pubblicità, sei patetico e ti invito a non permetterti più di dire certe cose, specie in forma anonima. E soprattutto ti contraddici, visto che difendi il Busi affermando che le sue frasi erano solo "una provocazione in un contesto specifico" e poi accusi noi di faciloneria e qualunquismo. Ma a cosa ti stai attaccando? Dietro a quale assurda dietrologia ti stai nascondendo? La nostra è una battaglia sacrosanta. Fortunatamente il nostro "pubblico" non "si limita a dare per vero ciò che e' stato riportato in maniera arbitraria", come dici e fai tu, ma apprezza chi come noi, documenta attentamente i propri articoli  per mantenere intatta  la personale onestà intellettuale e soprattutto apprezza chi crede e lotta quotidianamente, per un mondo migliore. Fai un passo indietro perchè le minacce da vigliacchi, noi non le tolleriamo. Dovresti ragionare di più e riflettere attentamente. Abbiamo riportato ESATTAMENTE ciò che è stato detto. Se dici il contrario, o mi porti le prove della sua innocenza e ravvedimento, o sei in malafede. E se continui ad affermare che il Busi non abbia detto e fatto nulla di male, facendo delle "distinzioni chiare e giuste", IO TI ACCUSO DI ESSERE UN VERME PEDOFILO COME LUI (e questa NON E' una provocazione).

Invito nuovamente a leggere attentamente le "fonti" dei nostri due articoli, che abbiamo regolarmente pubblicato, in particolare i video del "Costanzo Show" e l'articolo apparso su "Babilonia", che hanno per protagonista il "luminare" Busi. E dove si inneggia chiaramente alla pedofilia (di qualsivoglia genere) e all' accettazione di quest'ultima. Certe battaglie non hanno "colori" politici. Informatevi prima di attaccarci e di fare conseguenti figuracce.
I bambini sono la cosa più bella e pura del mondo. Continuando ad attaccarci, non fate un torto a noi, nè fate bene a voi. FATE SOLO SCHIFO.

P.s. Un ringranziamento speciale e la nostra stima, invece, va a chi ha condiviso la nostra battaglia, come PIERO IANNELLI
Segretario XI Municipio “ La Destra ".

-Il responsabile del blog-

domenica 21 marzo 2010

IO AVEVO SOGNATO...

"AVEVO SOGNATO UN SECOLO DI CAVALIERI FORTI E NOBILI,
DOMINATORI DI SÉ PRIMA CHE DOMINATORI DI ALTRI.
L’ESSERE UMANO SI È BARRICATO
DIETRO IL PROPRIO EGOISMO E IL PROPRIO PIACERE,
LA VIRTÙ HA ABBANDONATO IL SUO CANTO NATURALE.
L’ARIA È CARICA DI TUTTI I RINNEGAMENTI
MORALI E SPIRITUALI.
NOI USCIREMO DA QUESTO DECADIMENTO
SOLO ATTRAVERSO UN’IMMENSA RETTIFICAZIONE,
REINSEGNANDO AGLI UOMINI AD AMARE,
A SACRIFICARSI, A VIVERE, A LOTTARE E A MORIRE
PER UN IDEALE SUPERIORE.
CONTANO SOLTANTO LA FEDE, LA FIDUCIA ARDENTE,
L’ASSENZA COMPLETA DI EGOISMO E DI INDIVIDUALISMO.
CONTANO SOLTANTO LE QUALITÀ DELL’ANIMA,
LE SUE VIBRAZIONI,
IL DONO TOTALE, LA VOLONTÀ DI TENERE ALTO
AL DI SOPRA DI TUTTO
UN IDEALE
NEL DISINTERESSE PIÙ ASSOLUTO.
GIUNGE L’ORA IN CUI PER SALVARE IL MONDO
VI SARÀ BISOGNO DEL PUGNO DI EROI E DI SANTI
CHE FARANNO LA RICONQUISTA.
RESPIRARE,
RIPRENDERE A CREDERE ALLA VIRTÙ, ALLA BELLEZZA,
ALLA BONTÀ, A UN AMORE,
SENTIR DANZARE ATTORNO A SÉ SULLE ONDE
MILLE ALTRE VELE GONFIE DI VENTO
PORTATE DA UNO STESSO SOFFIO
VERSO LA STESSA CHIAMATA.
QUANDO IL MARE DORATO
VEDRÀ AFFLUIRE QUESTO BIANCORE
LA RIVOLUZIONE SARÀ IN MARCIA
LEVATA SULLE VETTE
DI QUESTA FLOTTIGLIA DI ANIME"

venerdì 19 marzo 2010

BUONGIORNO QUADRARO! UNA GIMKANA QUOTIDIANA

Eccomi, sta sorgendo il sole e fa molto freddo, ma sta per cominciare la mia fantastica giornata:

Ore 6.30

VIA DI CENTOCELLE - evito 3 cacche di cani, giro intorno ad una radice di albero e proseguo dritto dritto con la voglia di comiciare una nuova giornata alla grande, il sole oggi mi sorride;

VIA PAPIRIA - con un giro di bacino costeggio tre macchine parcheggiate sul marciapiede, sto per cadere ma ce la faccio, vedo un'altra buca ma la evito, sì oggi il sole mi sorride sto bene mi sento vivo;

VIA VESTRICIO SPURINNA (incrocio con VIA S. CURIONE) - non sò come passare c'è sempre la solita smart for four che ostruisce il passaggio pedonale, va bene ugualmente passerò sulla carreggiata;

VIA S. CURIONE (CARREGGIATA STRADALE) - una BMW mi ha fatto il pelo, rientro di corsa sul marciapiede;

VIA SRIBONIO CURIONE - la strada è allagata perchè ieri ha piovuto, vado con i piedi dentro una buca piena d'acqua, scendo sotto la fermata della metro di N. Quadrato ed aspetto quasi VENTI MINUTI prima che passi la metro;

Eccomi, ore 6:55, il sole è spuntato e fà sempre molto freddo, ma la mia fantastica giornata è cominciata...
e mancano ancora 14 ore alla sua fine!

VOGLIO RINGRAZIARE IN ORDINE:

1 Il proprietario del cane che non ha raccolto la cacca della sua bestiola e se ne fotte

2 Il Presidente del X Municipio che nonostante le nostre segnalazioni inerenti le sopra citate strade se ne fotte

3. Il proprietario della Smart For Four che pure lui, parcheggia dove vuole e se ne fotte

4. Tutti quelli che permettono tutto ciò e se ne fottono

MA SOPRATTUTTO...
LA MIA PAZIENZA, CHE NON SE NE FOTTE!

L.V.

FONTE: BLOG ASSOCIAZIONE CULTURALE "CITTADINI DEL DECIMO"

LA' FHE'ILE PA'DRAIG

BUONA FESTA DI SAN PATRIZIO A TUTTI!!!

CERTIFICATI ONLINE, ADDIO ALLE FILE!

I cittadini di Roma possono dire addio alle code agli sportelli nei municipi: d'ora in poi, i certificati anagrafici potranno essere ottenuti da casa, semplicemente collegandosi al sito del Comune. Ha debuttato ieri, infatti, un nuovo servizio online che permette di richiedere e stampare 16 tipi di certificati, tra cui quello di cittadinanza, di godimento dei diritti politici, di matrimonio, di nascita, di residenza, di stato civile, di stato di famiglia e di stato libero. Dopo la registrazione sul portale, alla quale fa seguito la comunicazione della password e del codice PIN, gli utenti potranno selezionare il certificato desiderato e pagare eventuali diritti di segreteria o bollo tramite carta di credito. I documenti saranno autenticati da timbro e firma digitali, uniti alla firma olografa del Sindaco di Roma Gianni Alemanno. I vantaggi del servizio sono molti: oltre al risparmio in termini di tempo, la nuova procedura online permetterà di contenere notevolmente i costi della burocrazia...


(SIMONE SOLARINO)

martedì 16 marzo 2010

IN MEMORIA DI ANGELO MANCIA 12-03-1980 / 12-03-2010

30 ANNI SENZA GIUSTIZIA!!!

Roma, 12 Marzo 1980
Una data impressa a fuoco, nella lunga e travagliata storia della nostra repubblica. Il luogo è questo: una strada qualunque della periferia nord di Roma, la Bufalotta. Un cancelletto di acciaio bianco socchiuso e un muretto.

12-03-‘80
Angelo Mancia esce di casa alle 8.20 del mattino, per andare a lavorare al “Secolo d’Italia”, dove lavorava come dipendente. Sta per salire sul motorino ma basta un colpo d’occhio. Anni di piombo, si vive nell’inquietudine, qualcosa non va: c’è un furgone bianco davanti al portone, lo sportello si apre, escono due tizi vestiti da infermieri. Sono (si scoprirà poi) di un gruppo mai sentito prima, “Compagni organizzati in volante rossa”. Hanno passato la notte chiusi nel pullmino, con cui si allontaneranno, dopo l’azione, per passare poi a una Mini Minor rossa, darsi alla fuga, dissolversi nel nulla. Intanto Angelo pensa: forse ce la faccio. Forse ce la posso ancora fare …

Angelo era figlio di una famiglia di piccoli commercianti, e se non avesse sentito l’irresistibile richiamo della giungla della politica, probabilmente avrebbe realizzato uno dei suoi desideri, cioè aprire un negozio di alimentari nel quartiere. Era tifoso sfegatato della Lazio, seguiva sempre la squadra, quando poteva anche in trasferta. A ventisette anni, come gli ripete la madre, “è senza arte né parte”. Ma è un militante vero. E’ l’immagine di un ragazzo temerario, un po’ guascone, ma che quando accompagna Almirante in giro per l’Italia si presenta come “Angelo, della sezione Talenti, la mejo de Roma”. Un giovane appassionato e irruento. Amato e rispettato dai suoi camerati, inviso e temuto dagli autonomi che fanno riferimento al Collettivo di Val Melaina. E proprio loro, a seguito del barbaro omicidio di Valerio Verbano da parte dei NAR, decidono di vendicarsi su Mancia. Chiunque sia il vero assassino, per una sorta di responsabilità territoriale, è Angelo a finire nel mirino della sinistra extraparlamentare, anche se ovviamente non c’entra niente.

12-03-‘80
L’unica cosa che gli viene in mente, ad Angelo, è tirargli addosso il motorino. E infatti il Benelli vola contro gli aggressori. Il primo colpo, a vuoto, infrange una vetrina.

Ma Angelo non era uno che si può raccontare con le categorie di oggi. Era uno unico, diverso, un camerata che non aveva paura di nulla, ma non certo un insensibile. Sono i ricordi di chi l’ha conosciuto. Di chi con lui, tre giorni prima che l’ammazzassero, stava cenando in una pizzeria. E la mente riporta alla luce l’attentato a Verbano e che i comunisti avevano deciso che quello da far fuori era lui. La sezione Talenti letteralmente ricoperta di scritte, insulti, minacce di morte di cui la più tenera era qualcosa del tipo: “Mancia è giunta la tua ora, ti ammazzeremo come un cane”. Il suo amico era preoccupato davvero e lo pregò: “Ma che fai, non ti proteggi? Stai attento!” E lui: “Mannò, non è niente … Io nun c’ho paura”. Ma verso la fine della cena, complici due o tre bicchieri, guardando il suo amico in faccia, con una strana luce negli occhi, invece di tranquillizzarlo, all’ennesima insistenza, gli chiese: “Ma tu che dici? Noi fascisti, quando moriamo dove annamo a finì? All’inferno o in paradiso?” In questi anni non c’è tempo nemmeno per i morti, figuriamoci per i vivi; eppure spesso sopravvivere è più difficile che morire.

12-03-‘80
Una pallottola ce l’hai già nello stomaco, la seconda ti perfora il torace, ma sei vivo. Allora corri zoppicando verso il portone, basterebbe un momento: ma mentre lo pensi arriva un altro proiettile e ti schianta a terra. Manca poco.

I “Compagni organizzati in volante rossa” furono una sigla pressoché sconosciuta agli inquirenti. Le loro tracce sono labili e incerte, se non addirittura misteriose. Ebbero il loro triste battesimo del fuoco nel 1979, con un attentato in cui sono rimasti gravemente feriti un medico missino e suo figlio. Il 7 maggio 1980 hanno colpito ancora, stavolta con un attentato dinamitardo contro la tipografia Alternativa, la stessa dove si stampa –oltre a diversi periodici socialisti e democristiani- il Secolo d’Italia. Il 9 marzo dello stesso anno, attaccano i locali della famosa sezione di via Sommacampagna, quella di Teodoro Bontempo, Gianfranco Fini e Maurizio Gasparri. Se i due futuri dirigenti e l’ex presidente di An sono ancora vivi si deve a una pura coincidenza. Un militante è entrato in un ripostiglio per prendere un barattolo di colla e si è ritrovato davanti a un ordigno ad orologeria collegato a sei chili di polvere da mina. Poteva essere una strage. Il 13 marzo un altro attentato, stavolta contro il redattore capo del Secolo d’Italia e un’altra strage evitata per miracolo. Il 2 settembre i terroristi fanno saltare per aria anche la libreria Europa, il cuore editoriale della corrente rautiana. Poi più niente. Venti mesi di attentati pianificati con cura meticolosa e attenta graduazione degli obiettivi, per poi sparire senza lasciar tracce, come volatilizzati nel nulla.

12-03-‘80
In terra un lago di sangue. Tendi la mano verso il portone, ti manca il fiato, non ce la fai. Uno dei due killer ti arriva alle spalle, la pistola in mano. Solo un colpo alla nuca, poi il buio. Contro il corpo sono stati esplosi sei colpi di pistola calibro 7,65 che, rivelerà l’autopsia, sono andati tutti a segno. L’ultimo è stato quello di grazia. L’attentato viene rivendicato da una telefonata a la Repubblica: “Qui Compagni organizzati in volante rossa. Abbiamo ucciso noi il boia Mancia”.

Un boia? No! Nella memoria di chi lo conosceva, un puro, d’animo e di cuore. Uno che non guardava in faccia a nessuno. Un leader vero. Un capo che ti motivava e che scendeva per primo nelle strade a lottare per un ideale. Un ragazzone buono ma determinato. Era una tigre, e non a caso in quei giorni, in cui spopolava sui teleschermi “Sandokan”, se ne uscì con un gigantesco bandierone sulla sua 500, con scritto sopra: MANCIOKAN. Era così Angelo.

Il giorno del funerale di Mancia, dopo la cerimonia, si verificano incidenti per le strade del centro cittadino: restano ferite dodici persone. Il partito è un calderone ribollente di rabbia. Il cadavere è ancora caldo, la piazza ancora una volta piena, il comizio di Giorgio Almirante incandescente: “Al bestiale e blasfemo urlo dei barbari noi opponiamo le grida degli uomini forti e vivi che per ogni caduto sono pronti a combattere nel tuo nome, Angelo, con il metodo della libertà, per la libertà."

Oggi, nel trentennale della morte di Angelo Mancia, quelle parole non si sono asciugate nell’inchiostro di un manifesto o nel rito della commemorazione. E’ un epigrafe che diventa grido, urlo. Contro un martirio che da trent’anni aspetta risposta. Che non ha giustizia. Perché nessuno verrà mai arrestato, nessuno verrà mai indagato o processato. Nessuno si pentirà mai o parlerà. Eppure chi fossero gli assassini era chiaro a tutti. Avevano firmato perfino un manifesto il giorno seguente il vile attentato, con cui vigliaccamente avevano tappezzato il quartiere. Eppure le autorità non fecero niente. Ma noi non dimentichiamo, e nella nostra memoria è inciso come segno indelebile, l’esempio del suo estremo sacrificio. E allora una piccola rivincita, doniamogliela noi, col cuore puro. Perché a trent’anni di distanza e per mille anni ancora, leviamo sempre forte quella voce, che senta bene fra le stelle, che chi cade combattendo non muore mai:

“CAMERATA ANGELO MANCIA … PRESENTE!”


Fonte: rielaborazione critica a cura di Accio, del capitolo "Manciokan era così", del libro "Cuori Neri" di Luca Telese.

AGGREDITO IL FIGLIO DI ALEMANNO

Assaltato da sette immigrati, lo avevano scambiato per un'altra persona.
(16 marzo, 09:54)
ROMA - ''Eccolo e' lui e' quello che ci ha aggrediti la settimana scorsa, prendiamolo e gonfiamolo'': cosi' con questa frase nel giro di pochi istanti Manfredi, il figlio quindicenne del sindaco di Roma Gianni Alemanno ed un suo amico di 16 anni ieri sera si sono visti piombare addosso un gruppo di 7 giovani, quattro maggiorenni e tre minorenni, italiani ma figli di immigrati, in piazza Euclide nel quartiere Parioli a Roma. Pochi attimi e i due giovani sono stati colpiti con schiaffi, pugni e spintoni. Nel corso della lite pero' Manfredi e il suo amico sono riusciti a fuggire e ripararsi nel vicino bar Thomas da dove hanno avvertito la polizia. Gli agenti del vicino commissariato nel frattempo erano gia' stati chiamati da un testimone che aveva assistito alla scena e in pochi attimi sono arrivati in piazza Euclide. La polizia quindi ha identificato il gruppo di giovani aggressori tutti originari di Capoverde e delle Filippine e le due giovani vittime scambiate per altri due ragazzi che qualche giorno prima avevano avuto uno screzio col gruppo di giovani italiani di origine straniera. Sia il figlio del sindaco Alemanno sia l'amico hanno raccontato alla polizia di aver percepito di essere stati scambiati per altri due ragazzi e, nello stesso tempo, il gruppo di aggressori interrogati da funzionari della Digos romana hanno raccontato la stessa versione. Secondo gli accertamenti della polizia la vicenda e' stata chiarita in breve tempo ma all'origine nessuna altra motivazione se non quella raccontata sia dalle vittime sia dagli aggressori. Per questo motivo la moglie del sindaco Alemanno, Isabella Rauti e la mamma dell'altro giovane aggredito non hanno sporto denuncia. Nessuno dei sette ragazzi identificati dalla polizia ha precedenti penali, sono tutti studenti e figli di immigrati che in Italia lavorano regolarmente.

FONTE: ANSA.IT